Tavagnasco (TO) – organo Andrea Luigi Serassi 1787

Tra il 1762 e il 1771 un selezionato nucleo di costruttori e artigiani, sapientemente guidati da don Giovanni Martino Balla (1714-1794), erigono lo splendido edificio tutt’ora conservato.

Alla luce dei suoi noti interessi musicali, don Balla, nonostante il progressivo aggravarsi delle condizioni di salute, riserverà all’organo l’ultimo, gravoso impegno della sua esistenza. Per la sua nuova chiesa il curato tavagnaschese non si accontenterà di uno strumento qualsiasi, ma il meglio di quanto potesse esprimere l’organaria dell’epoca.

La scelta ricade presto sulla figura di Andrea Luigi Serassi (1725-1799), organaro bergamasco, costantemente attivo in territorio sabaudo sin dal 1774 e autore di interessanti e innovativi strumenti in area vercellese, assai apprezzati sia dal canonico valsesiano Gaudenzio de Regibus, Maestro di Cappella della cattedrale di Ivrea, chiamato a condividere il progetto dell’organo di Tavagnasco, sia dallo stesso curato don Balla.

Possiamo verosimilmente supporre che la firma della Capitolazione possa essere avvenuta nel mese di settembre del 1786, in concomitanza con altri due contratti di rilievo stipulati dagli organari bergamaschi: quello della collegiata di Morbegno (SO) e il grande organo della cattedrale di Parma.

Analizzando accuratamente i somieri originali conservati, possiamo dedurre che l’organo di Tavagnasco era il tipico strumento «di 8 piedi» di grandi dimensioni nella rara versione a doppia tastiera di 50 tasti (Do1-Fa5) con ottava corta e pedaliera di 18 tasti.

Nel mese di aprile del 1787 Andrea Luigi è a Torino, impegnato nel progetto di ricostruzione dell’organo della chiesa di S. Tommaso. Con molta probabilità, in quel contesto accompagnato dal de Regibus, visita il vicino organo dei Santi Martiri, grandioso strumento secentesco opera del gesuita fiammingo Willem Hermans, forse proprio da lì nasce l’idea di dotare il nuovo organo di Tavagnasco di un corpo d’organo aggiuntivo denominato Pettorale. Sarà il primo di una ristretta serie di dispositivi simili che i Serassi collocheranno nei decenni successivi, adottati in seguito anche da organari concorrenti.

La collocazione a Tavagnasco avviene a partire dal mese di settembre ad opera dei fratelli Francesco e Carlo Sala di Vailate; alla metà di ottobre giunge da Ivrea, Andrea Luigi. Nel corso dei lavori di montaggio avviene un ulteriore ampliamento: l’aggiunta del registro Contrabassi alla tastatura (Do2-Si2), realizzato con 12 canne lignee provenienti dal registro di Principale di 8’ inizialmente previsto per l’Organo Eco della cattedrale di Parma e non collocato per la mancata firma della fabbriceria per l’ampliamento. Identica, pregiata provenienza, è quella di un consistente nucleo di canne dell’Organo Eco.

Scorrendo le caratteristiche tecniche e foniche dello strumento si evidenziano una serie di particolarità e primogeniture che è opportuno ricordare, a partire dalla prototipale realizzazione del Terzo Organo “Pettorale”, la collocazione in facciata dell’imponente Flutta reale, del Flagioletto bassi – prima attestazione serassiana documentata di tale registro – oppure la presenza di “ritornelli grossi” su due file di Ripieno (XV e XXIX), del Principale secondo completo, l’adozione degli inconsueti Contrabassi ai tasti o dei Campanini, fino al generoso numero di registri ad ancia, saggiamente posizionati sui tre corpi d’organo, sapientemente differenziati per forma del risonatore, materiale e tessitura.

Il risultato finale è un grande strumento articolato su 4 corpi d’organo: Primo Organo, Organo Eco, Terzo Organo, Pedale; a due tastiere di 50 tasti (Do1-Fa5) e pedaliera di 19 tasti, dotato di ben 1521 canne distribuite su 37 comandi di registrazione, con tutti i registri propri delle grandi realizzazioni. Destinato a risultare il più grande strumento «di 8 piedi» collocato dalla famiglia Serassi nei suoi 175 anni di attività.

Inaugurato nelle festività natalizie del 1787, sarà il primo organo a due tastiere collocato nella Diocesi di Ivrea e lo strumento dotato del maggior numero di registri e della meccanica più complessa tra quelli esistenti fino a tutto il XVIII secolo nell’intero territorio dello Stato Sabaudo.

Negli anni successivi alla collocazione, lo strumento è foriero di un autentico cambio di paradigma, non solo nell’ambito dell’organaria locale. Questa privilegiata posizione – unita all’indiscussa qualità realizzativa – contribuirà in maniera determinante negli anni a seguire, alla sua conservazione. Pochissimi gli interventi ai quali verrà sottoposto: nell’Ottocento, alcune riparazioni e lievi modifiche verso il 1815 probabilmente ad opera di Giovanni Battista Monti (1759-1832c) e un ampliamento realizzato da Costantino Mazzia (1833-1896) nel 1885, sotto l’attento controllo dell’organista Bernardo Barasa. Questo intervento, seppur caratterizzato da parecchie modifiche di ordine meccanico, ha sostanzialmente rispettato – pur con vari spostamenti – l’intera parte fonica.

Nel secolo scorso abbiamo notizia di due soli interventi, entrambi avvenuti senza lo smontaggio del materiale fonico. Il primo nel 1911 con l’introduzione di due registri “violeggianti”, il secondo nel 1948 ad opera di Carlo II Vegezzi-Bossi (1900-1977) con la sostituzione della pedaliera e il relativo completamento della seconda ottava con l’inserimento di un nuovo somiere separato, comandato da trasmissione pneumatica. Tali lavori risultano collaudati dal M° Angelo Surbone di Torino, il 2 maggio 1948.

Dopo circa 40 anni di completo abbandono, a partire dal 2013 inizia a concretizzarsi l’idea di un auspicato recupero; reso possibile grazie al lascito di Domenico Giovanetto e ai contributi: della popolazione, del Comune di Tavagnasco, di Fondazione CRT e della CEI (fondi 8x1000).

I lavori, affidati all’organaro Alessandro Rigola di Biella, iniziano con lo smontaggio dello strumento nel settembre 2017. Constatata l’assoluta unicità del manufatto e la carenza di pubblicazioni specifiche sulla figura e sull’attività di Andrea Luigi Serassi, inizia una straordinaria raccolta dati mai avvenuta prima d’ora su questo organaro.

Dopo il riordino del materiale fonico risultano originali ben 1211 canne, più 132 antiche su un totale di 1521. Nel corso dei lavori di restauro vengono ricostruiti i registri: Trigesima sesta, Cornetto (fila in XVII), i bassi del Flauto in XII, le canne ad ancia dell’Oboè soprani e i Campanini. I lavori hanno anche comportato l’eliminazione delle incongrue modifiche introdotte dal Mazzia nel 1885 e negli interventi novecenteschi; la ricostruzione delle tastiere seguendo scrupolosamente l’unico modello settecentesco Serassi conservato, presente sull’organo della cattedrale di Guastalla (RE) e risalente al 1793. Nonché la ricostruzione filologica del Pettorale seguendo fedelmente le evidenti tracce rimaste sullo strumento e grazie anche al fortunato ritrovamento tra il materiale fonico conservato dell’intero Flagioletto bassi e delle 5 canne ad anima del registro dell’Oboè soprani.

Strumento di straordinario interesse organologico, giunto ai nostri giorni in condizioni eccezionali di autenticità storica, di originalità, di integrità fonica e meccanica; il suo recupero ha restituito alla comunità di Tavagnasco uno dei più interessanti e preziosi organi settecenteschi europei conservati.

Per approfondire l’argomento:

Adriano Giacometto ▪ Andrea Luigi Serassi e l’organo (1787) della chiesa di Santa Margherita a Tavagnasco – Profilo di uno dei maggiori organari europei del Settecento, tra scoperte, rinvenimenti e nuove acquisizioni, Guastalla, Associazione culturale «Giuseppe Serassi», 2023, (Collana d’arte organaria, LXXX), pp. 374.

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Per celebrare degnamente questo rilevante anniversario, AOC e AODC, col supporto di Parrocchia e Comune di Tavagnasco, promuovono un articolato programma di Manifestazioni.

Centro dell’iniziativa è il prezioso organo collocato da Andrea Luigi Serassi nel 1787, recentemente ripristinato alla originaria disposizione e oggetto di un lungo progetto di studio.

L’iniziativa coinvolgerà più organisti in tre appuntamenti musicali, opportunamente differenziati e una intera Giornata di studi alla quale interverranno in veste di relatori tutti i maggiori studiosi dell’organaro bergamasco.

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