Un Musicista Canavesano: Angelo Burbatti (1868-1946)
di Roberto Cognazzo
La storia della musica non è soltanto popolata da immortali e dimenticati ma anche - se non soprattutto - da sconosciuti la cui operosità intensa e riservata ha serbato viva la fiamma dell'arte in situazioni spesso non facili.
Tra questi benemeriti quanto umili operai della messe sonora un posto di rilievo spetta al canavesano Angelo Burbatti (Montalto Dora, 6/9/1868 - Ivrea, 7/9/1946) organista del Duomo eporediese dal 1905 alla morte.
Poco si conosce sulla sua formazione perché su questo egli volle mantenere anche coi famigliari un costante riserbo. Dotato di notevoli qualità iniziò sin da ragazzo una intensa e varia pratica professionale sia come esecutore al pianoforte e all'organo che come maestro di cori carpendo da geniale autodidatta ogni possibile occasione di apprendere, sino a copiare di sua mano l'intero spartito del Faust di Gounod che gli scarsi mezzi non gli permettevano di acquistare.
Sostenuto come privatista l'esame di abilitazione all'insegnamento del canto corale presso il Conservatorio di Milano ottenne il posto di organista titolare del Duomo succedendo a Dino Sincero chiamato al Liceo Musicale di Torino.
Per integrare i modesti proventi di quella pur prestigiosa carica Burbatti mise a profitto la propria versatilità e fu per l'intera esistenza l'anima sonora della sua terra: nella piccola Ivrea del primo '900, lontana da avventure tecnologiche ma provvista di varie case editrici musicali, il Maestro alternò il servizio liturgico all'insegnamento del pianoforte e del canto, la collaborazione con celebri solisti di passaggio al Teatro Giacosa ai commenti pianistici del cinema muto esprimendo in ogni situazione un'impeccabile professionalità.
Spinto da una sincera vocazione creativa riuscì, nei rari momenti liberi dagli impegni di lavoro e di famiglia, a produrre circa 400 composizioni sacre e profane animate da una schietta, fluente melodiosità.
Una ampia scelta di queste musiche, tra cui un CD monografico è stata in questi anni incisa dalla collana "Antichi Organi del Canavese"; le musiche sono edite, di recente, dalla Casa Musicale Carrara di Bergamo.
Roberto Cognazzo ©