L'organo della Chiesa di San Nicolao ad Alice Castello (VC)

di Adriano Giacometto


L'antico abitato di Alice Castello, seppur ubicato ai confini orientali del Canavese è da sempre indissolubilmente legato ad Ivrea e alla sua diocesi alla quale appartiene sin dal lontano 1231.
Nel 1749 la vecchia parrocchiale viene demolita per far posto alla nuova chiesa disegnata dall'architetto monregalese Francesco Gallo; nell'occasione l'organaro MICHELE RAMASCO provvede allo spostamento del vecchio organo, che documenti dell'epoca dicono "di 10 registri", nel santuario alicese della Misericordia.
Terminati i lavori di costruzione e ristabilito il necessario equilibrio finanziario, all'inizio del XIX secolo la fabbriceria alicese decide la costruzione di un nuovo strumento, un organo di prestigio in grado di rappresentare il degno coronamento all'elegante edificio sacro.

Risale al dicembre 1801 un primo contatto epistolare in cui la fabbriceria invia un progetto di massima a don Gaudenzio de Regibus Maestro di Cappella della Cattedrale di Ivrea. La risposta è immediata: alcuni utili consigli e soprattutto un perentorio "l'organo va formato in ottava distesa".
Per la realizzazione viene scelto l'organaro GIOVANNI BRUNA, un artista biellese a lungo attivo e residente in Canavese.

Le idee in merito al nuovo strumento si concretizzano il 17 febbraio 1802 con la firma della Capitolazione tra organaro e fabbriceria; è un organo di dimensioni importanti, una tastiera di 54 tasti con prima ottava distesa, 23 registri, basati sul Principale di 16 piedi, corrispondenti a circa 1100 canne. Il costo previsto è di L. 1.800 esclusi tutti i materiali necessari alla costruzione a carico della committenza.

Il disegno della cassa viene affidato allo scultore Pietro Antonio Serpentiere, mentre i lavori di costruzione spettano al minusiere Giovanni Pizzo di Alice per la somma di L. 180.
La Capitolazione specifica minuziosamente le caratteristiche dello strumento attraverso tutte le sue componenti, ma l'attenzione ricade su una curiosa clausola che cita espressamente "sarà a detto Bruna proibito di fare variazioni da quanto resta in detta nota nominato, salvo con ordine ...", sicuramente i fabbriceri ben conoscevano la straordinaria abilità del BRUNA di proporre e di contrattare continue modifiche e ampliamenti in corso d'opera tali da sconvolgere totalmente il progetto iniziale.
Nel marzo 1802 Giovanni trasferisce ad Alice il laboratorio e in autunno cominciano le prime aggiunte: due Putti con tromba sonante e il registro di Oboe; l'attività procede instancabile ancora per tutto il 1803 fino al collaudo, affidato al M° de Regibus e fissato per il 7 dicembre (esattamente un anno dopo la data prevista). Nell'occasione l'organista eporediese non esita a sospendere il collaudo "dopo aver esaminato con tutta esattezza il detto organo, e ritrovato in esso esservi alcuni difetti"; i difetti tipici di una macchina complessa non ancora ben assestata: carente accordatura del maestoso Ripieno (17 file), registri da affinare, difficile ispezionabilità interna ... .

Il definitivo collaudo avviene il 19 novembre 1807, l'esito è ampiamente positivo, sull'atto il M° de Regibus annota "e siccome il detto sig. Bruna ha aggiunto sei registri più del Contratto si è convenuto con i fabbriceri conferirgli ..."; in conclusione l'organo raggiungerà i 29 registri corrispondenti a oltre 1400 canne, ben 313 più del previsto!
Nel 1810 lo stesso BRUNA compie sullo strumento una manutenzione ordinaria, l'intervento successivo avviene nel 1876 ad opera di COSTANTINO MAZZIA; più radicale, in linea con gli orientamenti dell'epoca, la riforma di GIUSEPPE DAL MOLIN nel 1923. Vengono eliminati i registri percussivi, alcuni registri ad ancia e i raddoppi del Ripieno.
L'organo subisce ancora due revisioni di limitata entità nel 1938 ad opera di ALFREDO CORDONE nel 1973 da parte di GIUSEPPE MARZI.

In questi ultimi anni, a partire dal 1996, si è concretizzata la possibilità di recuperare il prezioso strumento all'originario splendore; grazie ad un affiatato gruppo di appassionati alicesi e ai due parroci che si sono alternati alla guida della comunità parrocchiale, il restauro dell'organo Bruna è diventato realtà. I lavori, affidati all'organaro ITALO MARZI & FIGLI di Pogno (No), sono iniziati nel marzo 1999 con lo smontaggio dello strumento; i lunghi mesi di lavoro hanno restituito alla originaria funzionalità il grande somiere "a vento" e il paziente lavoro di riordino e catalogazione ha permesso il pieno recupero del materiale fonico antico, parallelamente si è proceduto alla ricostruzione delle parti e delle canne mancanti su modelli originali di fine '700 (Chiaverano) seguendo scrupolosamente forme, materiali e metodologie di lavorazione tipiche del BRUNA.
Il monumentale organo è il più grande strumento di GIOVANNI BRUNA a tastiera unica conservato ed è anche il solo, dell'autore piemontese, con facciata di 12 piedi integra e funzionante.a.

SCHEDA DESCRITTIVA SINTETICA

  • Località ed edificio. Alice Castello (VC), Chiesa parrocchiale di S.Nicolao
  • Autore e data. Organo costruito da Giovanni e Giacinto Bruna tra il 1802 e il 1803, manomesso da Giuseppe Dal Molin nel 1923, ripristinato da Italo Marzi & figli tra il 1999 e il 2000.
  • Ubicazione. Collocato in cantoria lignea sulla bussola di ingresso.
  • Cassa e cantoria. Contenuto entro monumentale cassa lignea disegnata da Pietro Antonio Serpentiere e scolpita da Giovanni Pizzo di Alice Castello.
  • Prospetto e facciata. A una campata a tre cuspidi, formato da 32 canne (9-14-9), canna maggiore Fa-1 del Principale 16’; 2 trombe in ottone rette dai Putti ai lati della facciata.
  • Tastiere. Consolle a finestra formata da una tastiera di 54 tasti (Do1/Fa5), tasti diatonici ricoperti in ebano, cromatici ricoperti in osso. Modiglioni laterali sagomati.
  • Pedaliera. A leggìo di 17 tasti (Do1/Mi2). È costantemente unita alla tastiera.
  • Registri. Azionati da manette in legno a spostamento laterale e incastro disposte su due colonne a destra della consolle.
    Divisione tra bassi e soprani: Si2/Doe3.
Grand’Organo
(13) VIOLONCELLO nei soprani (16’) (1) PRINCIPALE di 16 (da Do2)
(14) FAGOTTI nei bassi (2) PRINCIPALE Imo bassi
(15) CLARINETTE nei soprani (3) PRINCIPALE Imo soprani 
(16) FLAUTO TRAVERSO (4) PRINCIPALE IIdo 
(17) VOCE UMANA (5) OTTAVA 
(18) FLAUTO IN OTTAVA (6) DECIMAQUINTA I° e II°
(19) FLAGIOLETTO (7) DECIMANONA
(20) CORNETTA Ima (VIII-XII) (8) VIGESIMASECONDA I° e II°
(21) CORNETTA IIda (XV-XVII)  (9) VIGESIMASESTA 
(22) VIOLA nei bassi (4’, ancia) (10) VIGESIMANONA I° e II° 
(23) OBOÈ nei soprani (8’, pettorale) (11) TRIGESIMATERZA e SESTA I° e II°
(24) CONTRABASSI nei pedali (16’+8’)  (12) SESQUIALTERA (XIX-XXIV)
(25) TIMPANI in C.D.G.A.  

manetta a destra del leggio

(26) CARILIONI nei soprani

  • Accessori. Un pedalone a destra della consolle per Combinazione libera; un pedalone a destra della pedaliera per (27) TAMBURO; due pomelli ai lati del leggio per: (28) PUTTO in Re, (29) PUTTO in La.
  • Manticeria. Composta da 3 mantici a cuneo e 1 a lanterna azionabili manualmente e mediante elettroventilatore.
  • Trasmissione. Meccanica sospesa classica con tiranti e catenacci in ferro forgiato per somiere maestro; a rulli in legno per il Pedale.
  • Somieri. Maestro “a vento” (di tipo settecentesco), provvisto di 23 pettini e 54 canali. Somieri secondari per: Pettorale, Contrabassi e Rinforzi, Timpani, Principale 16 (2 somieri), Tamburo.
  • Crivello. Interamente in legno di pioppo, telaio e coperta.
  • Pressione del vento. 49 mm di colonna d’acqua.
  • Corista. La3: 434 Hz a 18°C
  • Dimensioni cassa. Larghezza 4.5 m, profondità 1.75 m, altezza (cimasa) 8 m.
  • Estremi redazionali. Scheda frutto di più sopralluoghi, l’ultimo effettuato in data 24 ottobre 2000 da Adriano Giacometto.
Canavese On Line